Chiesa di Santa Maria dei Lumi |
La prima citazione della chiesa è forse da individuare in un documento del IX sec il Regesto di Farfa. Definita “matrice” e parrocchiale del borgo solo dal 1621 la chiesa di S. Maria diventa “dei Lumi”. La chiesa è costruita interamente con conci di peperino, ha impianto basilicale e all’interno presenta una copertura a capriate con pianelle in cotto decorate da gigli alternati a rombi e tre navate suddivise da due filari di sei colonne per lato. L’abside presenta una sopraelevazione di alcuni gradini ed è rettangolare, è dipinta con pitture moderne. Nella penultima campata della navata destra si apre una cappellina a pianta quadrata, con un piccolo altare e volta a crociera ribassata. L’edificio di chiara origine romanica è sicuramente il frutto di rifacimenti susseguitesi nei secoli. Secondo i critici la chiesa doveva avere all’origine tre navate terminanti con tre absidi, separate da filari di quattro colonne per lato, ma a causa di opere di restauro, probabilmente per aumentarne la capienza, fra la metà del XVI e del XVII sec., la chiesa si arricchì dell’abside della cappellina laterale e delle ultime due campate verso l’abside cui corrispondono le colonne evidentemente diverse dalle altre sia nel fusto che nei capitelli, di ordine tuscanico. A questo periodo la critica fa anche risalire l’insieme delle pitture interne evidentemente non a attribuibili e le decorazioni con gigli e rombi decorazioni delle pianelle di cotto. Nel 1890 fu demolito il campanile della chiesa perché a detta del sindaco copriva la Torre dell’Orologio ad esso antistante. Nel 1928 subì interventi di restauro voluti dall’allora parroco Vincenzo Cappetta come testimonia la lapide all’uopo posta nella controfacciata. La chiesa venne poi definitivamente abbandonata nel 1855 dopo la costruzione della nuova chiesa parrocchiale dedicata alla Immacolata Concezione. All’interno presenta:
Battesimo di Gesù: dipinto murale a fresco (cm 140*83); Dipinto a fresco raffigurante S. Antonio Abate; In una nicchia è raffigurata sempre a fresco la Crocefissione
Particolarità della chiesa di S. Maria dei Lumi è sicuramente la decorazione di sei capitelli dei dodici totali sovrastanti le altrettante colonne, questi sei oggetti di peperino rappresentano l’unica testimonianza sopravvissuta dell’origina
|
Approfondimento
|
L'imponente Torre che si erge vicino alla porta d'ingresso del Borgo, costruita presumibilmente intorno al 1500, è alta 25 metri e presenta una base quadrata di 49 metri quadri. Composta di blocchi in peperino e impreziosita da un orologio in maioliche decorate a mano (1700 circa), la Torre racchiude al suo interno il campanile romanico dell'adiacente chiesa Madonna dei Lumi (1100 circa). Questo Campanile rappresenta un importantissimo esempio di arte romanica e le bifore e le trifore che si aprono nelle sue pareti ci fanno capire quanto pregevole esso sia. Si tratta infatti di un rarissimo, se non unico esempio di "Campanile Animato", definizione derivante dalla presenza di figure antropomorfe sulle colonne di peperino. La costruzione di una scala metallica interna al campanile e l'applicazione di pannelli riflettenti, forniscono al visitatore le condizioni migliore per una visita accurata della Torre del Campanile che, dopo gli ultimi restauri, sono tornati ad essere l'orgoglio di Bassano in Teverina.
Orari Apertura: dal 06-07-2013 tutti i sabati dalle 16.00 alle 19.00
|
Approfondimento
|
Nel 1576 il cardinal Cristoforo Madruzzo fece erigere quella che oggi viene chiamata Fontana Vecchia secondo quanto scritto sulla stessa: “CHRIST MAD EPVS PORTV CARD TRIDENT AD SVI SVORONIVM COMODU EREXIT ANO MDLXXVI” ( Cristoforo Madruzzo vescovo di Porto cardinale tridentino eresse nell’anno 1576 per il proprio vantaggio e per quello di tutti i suoi). La fontana è incassata in una nicchia coperta da una volta a botte, il cannello si riversa in una vasca rettangolare dalla quale si innalzano quattro semipilastri muniti di capitelli modanati fortemente aggettanti. Nella chiave di volta è uno stemma ormai illeggibile verosimilmente quello della famiglia Madruzzo. |
Chiesa dell'Immacolata Concezione |
Nel 1855 a seguito della inadeguatezza della chiesa di S. Maria dei Lumi fu costruita la nuova chiesa parrocchiale dell’ Immacolata Concezione, con i contributi del Comune, del monte frumentario, delle varie compagnie religiose e dei legati pii e di assistenza. La zona scelta per la costruzione fu quella di Pian dei Biali, poco fuori le mura, dove la chiesa, in base ai progetti del Comune si sarebbe trovata nell’asse principale del paese come oggi è. Il 12 aprile 1864 don Isidoro Verga nato a Bassano ma residente a Roma per motivi di studio chiese al papa un sussidio per l’esecuzione del quadro della Immacolata Concezione . La richiesta ebbe immediato seguito e nel 1879 quando ancora la chiesa non era stata ultimata fu fissato sull’altare maggiore il quadro della Madonna Immacolata donato da Mons. Verga e realizzato da Francesco Grandi delle dimensioni di cm 350x 250. Tre in tutto le tele del Grandi che è citato come uno dei maggiori pittori dell’Ottocento romano. Sulla parete della navata destra si può notare fissata al muro con spranghe metalliche, un dipinto a tempera su tavola centinata superiormente a segmenti (cm 163x75) rappresentante la Assunzione della Vergine. Fu sicuramente prima nella chiesa di S. Maria dei Lumi poi nella nuova chiesa parrocchiale, fu dapprima attribuita alla scuola del Perugino o di Giotto ma certezze non ve ne sono. La tavola fu più volte restaurata ed ad oggi lo stato di conservazione è buono. Datata tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo, la tavola è stata pubblicata per la prima volta nel 1954 ne “La pittura viterbese dal XIV al XVI secolo”, tuttavia altri critici la riferiscono alla scuola umbra altri ancora a quella toscana. Sull’altare maggiore si trova il Tabernacolo- reliquiario dei Santi Fidenzio e Terenzio. Il marmo scolpito bianco e dorato deriva da S. Maria di Lumi e risale anch’esso al XV secolo inizio XVI. Sul lato destro dell’altare spicca un Crocefisso ligneo scolpito e dipinto con vere spine piantate sulla corona di corda che cinge il capo del Cristo, quest’opera attribuibile alla scuola toscana è del XVI secolo
|
Chiesa della Madonna della Quercia |
La prima citazione della chiesa risale al 2 giugno 1609, quando i quattro priori della magistratura invitarono il vescovo a visitare un’ immagina della Beata Vergine Maria dipinta su una tegola che era loro intenzione collocare in un’edicola , attorno alla quale si era deciso di costruire una chiesa con il contributo dei fedeli. Quindi, fu scelta una quercia che si trovava in una radura nella “macchia del Poggio” . La costruzione della chiesa fu iniziata nel 1674 e fu aperta al culto il 28 settembre 1678, date che rimangono incise su due tegole della grondaia sinistra. La chiesa fu affidata alla custodia dei santesi che dapprima erano sotto il protettorato del vescovo di Orte poi passarono alla Amministrazione comunale tant’è che dal 1875 i documenti prodotti ribadiscono la proprietà pubblica della chiesa e la responsabilità del Comune riguardo alla manutenzione dell’immobile.. Infatti, sull’architrave del portale venne inserito lo stemma del Comune. La chiesa sorge a circa un chilometro dall’abitato di Bassano in direzione di Chia. L’architettura del fabbricato è piuttosto semplice, sul portale si nota una piccola testa di cherubino sormontato da un timpano in cui si trova lo stemma prima citato, il più antico mai ritrovato della comunità bassanese. L’interno è abbastanza semplice, unica navata con soffitto a capriate spioventi. L’altare in marmo fu eretto con le offerte dei fedeli come dono votivo e consacrato nel 1945.
|
Chiesa dei Santi Fidenzio e Terenzio |
Poche e scarne sono le notizie sulla chiesa dedicata ai santi patroni di Bassano, è citata per la prima volta nel 1677 assieme a quella di S. Rocco che andò distrutta nel XIX secolo. La chiesa, con facciata a salienti rialzata su cinque ampi gradini presenta una navata unica. L’interno spoglio e disadorno, originariamente suddiviso in tre ampie navate da quattro ampie arcate, ha soffitto a capriate spioventi. Sulla parete destra si trova un dipinto a frescao staccato e riportato su tela proveniente forse dalla diruta chiesa di S. Rocco. Il dipinto (cm 176 x129 ) risale al XVI secolo ed è attribuito ad un maestro umbro-laziale, è purtroppo in pessime condizioni. L’abside è completamente affrescata, campeggia l’immagine dell’Eterno benedicente dall’alto delle sfere celesti con cherubini e i santi Carlo Borromeo e Biagio. L’impianto della composizione raffigura al centro la Vergine col Bambino , assisa su un trono verosimilmente ligneo di sapore rinascimentale. Si notano due figure angeliche che sovrastano il trono ma ritoccate e lo stile si contrappone alla figura più plastica della Vergine raffaellesca. I santi sono rappresentati in armatura di soldati romani, Fidenzio con la palma del martirio, Terenzio con la bandiera recante una croce rossa in campo bianco e alle spalle un cavallo. Sulla chiave dell’arco presbiteriale è dipinta una targa recante la seguente iscrizione: “Confraternita santi Fidenzio e Terenzio- Interventi di restauro 1793” data alla quale sono verosimilmente da riferire tutti i motivi ornamentali dell’abside. |
Nelle ultime ristrutturazioni del Borgo Medievale, furono realizzate: (oltre alle case popolari) l'Anfiteatro dedicato a Giovanni Paolo II, e la "Scacchiera", che ospitano numerose manifestazioni durante il periodo estivo (Borgo in Festa, spettacoli teatrali e musicali.
|
Bassano è un paese ricco di chiese nonostante i suoi pochi abitanti, ma da ricordare anche insieme alle altre: la perduta chiesa di San Biagio (si trovava in prossimità della Fontana Vecchia) e la piccola chiesetta dedicata a Sant'Anna situata appena fuori il borgo antico nel rione "Pagliarone". |
|